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Sette e forme alternative di spiritualità
Cosa intendiamo per setta
In inglese esiste una differenza concettuale tra il termine “sect” e il termine “cult”, entrambi traducibili in italiano come “setta”. Il concetto espresso dall’inglese “sect” indica un gruppo minoritario staccatosi da una fede maggiore. Si potrebbe dire, ad esempio, che il cristianesimo delle origini fosse una “setta” rispetto alla fede ebraica, maggioritaria in Palestina all’inizio dell’era cristiana. Il concetto espresso dal termine “cult”, invece, indica un gruppo con certe caratteristiche di chiusura e di intransigenza che non necessariamente appartengono alla “sect”. Nel mondo anglosassone viene usato il termine cult per riferirsi a quelle organizzazioni che noi definiremmo “setta”.
In Italia il termine “setta” aveva un significato sociologico simile a quello di “sect”, cioè un gruppo che si è staccato da una tradizione religiosa maggioritaria, oppure che si fonda intorno a un leader carismatico. Con il tempo il termine “setta” ha perso il suo significato sociologico neutrale, acquistando invece un’accezione criminologica negativa. Di fatto in Italia definire un gruppo “setta” può costare una denuncia per calunnia o diffamazione. Molti definiscono tali gruppi, Nuovi movimenti religiosi, Minoranze religiose, ma non sempre ci si trova di fronte a movimenti e quindi la definizione diventa ancora estremamente complessa e manca un consenso su cosa si possa considerare setta.
Ma cosa sono le sette? Vogliamo adottare descrizione data dall’ICSA, International Cultic Studies Association, la cui missione dal 1979 è quella di applicare la ricerca e la prospettiva professionale al fenomeno dei gruppi “ad alto controllo” (es. sette, gruppi violenti, terrorismo ecc.). Considerando che, allo stato attuale, non esiste una definizione condivisa su cosa sia una setta l’ICSA ha fatto sua la proposta del sociologo Benjamin Zablocki, che evidenzia gli elementi chiave nelle situazioni di gruppi fortemente manipolativi:
“…è un’organizzazione ideologica tenuta insieme da relazioni carismatiche che richiede un impegno totale”.
Per carisma l’ICSA fa riferimento ad un potere spirituale o una qualità personale che dà ad un individuo una considerevole influenza o autorità su un gran numero di persone. Da ciò ne deriva che una setta è caratterizzata da un ideologia, forti richieste che provengono da quella ideologia e potenti processi di influenza socio-psicologica che inducono i membri di quel gruppo a rispondere a quelle richieste. Gruppi nei quali c’è una presenza di forti richieste ed un clima sociale che ruota intorno ad un leader, rischiano di sfruttare e danneggiare i propri membri, ma possono rimanere innocui se il leader non abusa di questo potere.
La manipolazione socio-psicologica ed il controllo tipico di organizzazioni settarie possono anche essere ritrovati in altre organizzazioni e movimenti, perfino quelli appartenenti alla tradizione religiosa, con la differenza che, mentre in alcuni gruppi centrati su un leader vivente questi non è tenuto a rispondere ad alcuno, i movimenti religiosi più tradizionali possono essere controllati e corretti da autorità superiori alle quali debbono dar conto (per maggiori approfondimenti si vedano gli articoli dell’ICSA:
si veda anche qua: http://italia.icsa.name/lassociazione/definizione
Le sette danneggiano le persone?
I gruppi in cui forte è il controllo, variano enormemente nella loro potenzialità di danneggiare. Il danno può essere fisico, psicologico, economico, sociale e/o spirituale. Le persone rispondono in modo molto variegato anche nello stesso gruppo, alcuni rimangono illesi mentre altri sono devastati. Sebbene gli accademici discutano sul livello, le cause gli effetti delle pratiche dannose di un gruppo specifico, noi riteniamo che una premessa di buon senso possa essere fatta, come ricorda Michael Langone, direttore dell’ICSA: in alcune circostanze alcuni gruppi possono danneggiare alcune persone.
I gruppi ad alto controllo, comunemente definite sette, non sono necessariamente pericolose, però possono diventarlo quando usano la loro influenza per manipolare, ingannare, sfruttare i membri. Come centro che si occupa di aiutare le vittime o i loro famigliari la nostra attenzione è su queste pratiche e sugli effetti negativi di queste sugli individui e le famiglie. A noi non interessa tenere una lista di gruppi pericolosi ma, certamente in quanto centro cui si rivolgono le vittime, diventiamo particolarmente sensibili quando verifichiamo più e più volte un determinato tipo di comportamento messo in atto dallo stesso gruppo.
In genere si può affermare che il coinvolgimento nei gruppi più estremi o ad alto controllo probabilmente danneggerà molti, se non la maggior parte dei membri di quel gruppo. Tra questi, soprattutto i bambini, che all’interno di queste realtà sono esposti a molti pericoli; dall’eccesso di punizioni corporali a trascuratezza medica e psicologica, sudditanza al leader del gruppo.
Perché siamo contrari ad una legge speciale antisette?
Fermo restando che alcuni gruppi possono essere particolarmente estremi, riteniamo che il nostro paese non debba dotarsi di una legge speciale antisette, perché le leggi già esistenti sono più che adeguate per colpire i reati che eventualmente si verificano all’interno di questi gruppi.
Per questo motivo il nostro gruppo si è impegnato fin dal 2005 per informare il Consiglio Regionale del FVG sulla necessità di approcciarsi in modo positivo al fenomeno con una legge che favorisse la prevenzione ed il sostegno alle persone colpite. Ringraziamo l’allora Consigliere Roberto Asquini che ha proposto il disegno di legge regionale n. 128 del 2010 diventato legge nel 2012 , L.R. 11/2012.
Per sostenere le persone colpite è fondamentale l’attivazione di centri indipendenti ed un’esperienza consolidata nel settore con professionisti esperti in un’ottica multidisciplinare.
Il gruppo di lavoro dell’associazione SOS Abusi Psicologici fin dal 2009 si è dotata di un protocollo interno per la presa in carico dei casi che arrivano, aggiornato successivamente nel 2013.Cosa intendiamo per setta
In inglese esiste una differenza concettuale tra il termine “sect” e il termine “cult”, entrambi traducibili in italiano come “setta”. Il concetto espresso dall’inglese “sect” indica un gruppo minoritario staccatosi da una fede maggiore. Si potrebbe dire, ad esempio, che il cristianesimo delle origini fosse una “setta” rispetto alla fede ebraica, maggioritaria in Palestina all’inizio dell’era cristiana. Il concetto espresso dal termine “cult”, invece, indica un gruppo con certe caratteristiche di chiusura e di intransigenza che non ecessariamente appartengono alla “sect”. Nel mondo anglosassone viene usato il termine cult per riferirsi a quelle organizzazioni che noi definiremmo “setta”.
In Italia il termine “setta” aveva un significato sociologico simile a quello di “sect”, cioè un gruppo che si è staccato da una tradizione religiosa maggioritaria, oppure che si fonda intorno a un leader carismatico. Con il tempo il termine “setta” ha perso il suo significato sociologico neutrale, acquistando invece un’accezione criminologica negativa. Di fatto in Italia definire un gruppo “setta” può costare una denuncia per calunnia o diffamazione. Molti definiscono tali gruppi, Nuovi movimenti religiosi, Minoranze religiose, ma non sempre ci si trova di fronte a movimenti e quindi la definizione diventa ancora estremamente complessa.
Ma cosa sono le sette? Vogliamo adottare descrizione data dall’ICSA, International Cultic Studies Association, la cui missione dal 1979 è quella di applicare la ricerca e la prospettiva professionale al fenomeno dei gruppi “ad alto controllo” (es. sette, gruppi violenti, terrorismo ecc.). Considerando che, allo stato attuale, non esiste una definizione condivisa su cosa sia una setta l’ICSA ha fatto sua la proposta del sociologo Benjamin Zablocki, che evidenzia gli elementi chiave nelle situazioni di gruppi fortemente manipolativi:
“…è un’organizzazione ideologica tenuta insieme da relazioni carismatiche che richiede un impegno totale”.
Per carisma l’ICSA fa riferimento ad un potere spirituale o una qualità personale che dà ad un individuo una considerevole influenza o autorità su un gran numero di persone. Da ciò ne deriva che una setta è caratterizzata da un ideologia, forti richieste che provengono da quella ideologia e potenti processi di influenza socio-psicologica che inducono i membri di quel gruppo a rispondere a quelle richieste. Gruppi nei quali c’è una presenza di forti richieste ed un clima sociale che ruota intorno ad un leader, rischiano di sfruttare e danneggiare i propri membri, ma possono rimanere innocui se il leader non abusa di questo potere.
La manipolazione socio-psicologica ed il controllo tipico di organizzazioni settarie possono anche essere ritrovati in altre organizzazioni e movimenti, perfino quelli appartenenti alla tradizione religiosa, con la differenza che, mentre in alcuni gruppi centrati su un leader vivente questi non è tenuto a rispondere ad alcuno, i movimenti religiosi più tradizionali possono essere controllati e corretti da autorità superiori alle quali debbono dar conto (per maggiori approfondimenti si vedano gli articoli dell’ICSA:
si veda anche qua: http://italia.icsa.name/lassociazione/definizione
Le sette danneggiano le persone?
I gruppi in cui forte è il controllo, variano enormemente nella loro potenzialità di danneggiare. Il danno può essere fisico, psicologico, economico, sociale e/o spirituale. Le persone rispondono in modo molto variegato anche nello stesso gruppo, alcuni rimangono illesi mentre altri sono devastati. Sebbene gli accademici discutano sul livello, le cause gli effetti delle pratiche dannose di un gruppo specifico, noi riteniamo che una premessa di buon senso possa essere fatta, come ricorda Michael Langone, direttore dell’ICSA: in alcune circostanze alcuni gruppi possono danneggiare alcune persone.
I gruppi ad alto controllo, comunemente definite sette, non sono necessariamente pericolose, però possono diventarlo quando usano la loro influenza per manipolare, ingannare, sfruttare i membri. Come centro che si occupa di aiutare le vittime o i loro famigliari la nostra attenzione è su queste pratiche e sugli effetti negativi di queste sugli individui e le famiglie. A noi non interessa tenere una lista di gruppi pericolosi ma, certamente in quanto centro cui si rivolgono le vittime, diventiamo particolarmente sensibili quando verifichiamo più e più volte un determinato tipo di comportamento messo in atto dallo stesso gruppo.
In genere si può affermare che il coinvolgimento nei gruppi più estremi o ad alto controllo probabilmente danneggerà molti, se non la maggior parte dei membri di quel gruppo. Tra questi, soprattutto i bambini, che all’interno di queste realtà sono esposti a molti pericoli; dall’eccesso di punizioni corporali a trascuratezza medica e psicologica, sudditanza al leader del gruppo.
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