SULCASO DI MICHELLE HUNZIKER

11 Nov 2017 news Commenti disabilitati su SULCASO DI MICHELLE HUNZIKER

Come coordinatrice del Centro di aiuto di SOS ABUSI PSICOLOGICI che da 13 anni si occupa del fenomeno del settarismo in Italia, e come studiosa del fenomeno settario, mi sento in dovere di esprimere la mia costernazione di fronte ai tentativi di minimizzare il messaggio relativo all’esperienza raccontata da Michelle Hunziker e da sua mamma.

Il caso Hunzinker ha imposto una riflessione su quello che vivono e hanno vissuto tante altre persone meno famose di lei e mi sento di ringraziare la presentatrice e sua mamma per aver raccontato un’esperienza personale, cosa molto difficile da affrontare pubblicamente. Spesso i giornalisti ci chiedono di portare vittime nei loro studi televisivi o radiofonici ma questo è qualcosa che noi deontologicamente non possiamo fare. Quindi ringrazio Michelle, che con il suo libro ha parlato per tanti che non possono farlo, e sua mamma che, con il suo racconto, ha espresso il vissuto di tante famiglie che si sono sicuramente ritrovate nelle sue parole o che si potrebbero ritrovare nelle sue stesse condizioni.

Credo che abbia poca importanza se quella di Michelle sia stata una setta o l’opera di un pranoterapeuta isolato, quello che conta è l’uso di un potere manipolatorio da parte di soggetti che di solito si presentano come portatori di qualche potere personale, di tipo spirituale o religioso, e che per avere maggior credito e fascino sulle loro vittime, adottano una terminologia religiosa. Non sarebbe corretto neanche presentarli come “individui solitari” in quanto, nella maggior parte dei casi, raccolgono un minimo di gruppo intorno a sé, capace di mettere in atto delle dinamiche grupparie più difficili da eludere. Definirli sette o gruppi manipolativi fa poca differenza se l’enfasi è posta sulle modalità manipolatorie con le quali riescono ad isolare le vittime dalle loro famiglie per poi sfruttarle e sottometterle. Ritengo che questo sia un problema sul quale è corretto mettere in guardia il pubblico.  Credo altresì che non sia corretto liquidarlo come allarmismo o caso eccezionale, perché con molta difficoltà chi viene danneggiato da questi fenomeni riesce ad avere la voglia o la forza di andare a raccontarlo in TV in quanto questo lo esporrebbe, se è fortunato, a passare come una “persona incapace”, “ingenua”, “vulnerabile” e ad essere additata come una sprovveduta.

La nostra associazione si è spesa negli anni passati per far approvare un legge regionale che fosse sensibile al fenomeno, che di fatto è stata votata all’unanimità nel 2012 (LR 11/2012), ridando dignità alle vittime: l’unico caso italiano che non è stato seguito da altre regioni purtroppo. Oltre ad avere un proprio Centro di aiuto dove operano professionisti della salute mentale ed avvocato, collabora da molti anni con l’ICSA, organizzazione internazionale nata nel 1979 negli Stati Uniti come American Family Foundation, per contrastare il fenomeno del settarismo. È di questi giorni la pubblicazione di una guida operativa per clinici e per chi si occupa del fenomeno che rappresenta lo stato dell’arte in materia, dal titolo “Cult recovery”.

Ci sono molte ricerche e una letteratura scientifica che sta crescendo sulle modalità con cui i gruppi e gli individui nei gruppi agiscono per manipolare e sfruttare le vittime. Uno studio sulla tassonomia delle azioni abusanti può essere letta qui: https://www.researchgate.net/publication/271602392_Group_psychological_abuse_Taxonomy_and_severity_of_its_components  .  Infine desidero sottolineare che è ora di svincolare questo tipo di fenomeni dalla categoria “religiosa”. Questo significa che non solo non debbono essere trattati come religioni, ma non debbono neanche essere affrontati “religiosamente” perché non si tratta di un fenomeno religioso, ma di un problema di tutela della salute pubblica sul quale sarebbe opportuno attrezzarsi con strumenti più consoni.

Dott.ssa Cristina Caparesi coordinatrice del Centro di aiuto di  SOS ABUSI PSICOLOGICI

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